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RASSEGNA STAMPA

Rifiuti: senza impianti gestione scarti e materiali non riciclabili fallisce economia circolare. Lo studio Assoambiente

Fonte: AGEEI

8/11/2023

Durante Ecomondo (la fiera per la transizione ecologica in corso a Rimini), Assoambiente ha presentato un analisi che evidenzia come: “Per assenza di impianti, oltre 5 milioni di tonnellate di questi scarti che potrebbero generare energia per soddisfare i consumi di circa 5 milioni di italiani”. “Senza questa rete impiantistica gli stessi processi di riciclo entrano in crisi e quindi va considerata parte integrante della strategia di economia circolare. Questa rete di impianti deve essere prevalentemente costituita da impianti di recupero energetico“, ha commentato Chicco Testa – Presidente Assoambiente.

“Una corretta e avanzata gestione dei rifiuti, in linea con gli obiettivi fissati a livello europeo, ha bisogno di piattaforme di riciclo, ma anche di impianti in grado di valorizzare energeticamente gli scarti dei processi di recupero e i materiali non riciclabili. Infatti, finiscono in discarica o vanno all’estero, per assenza di impianti, oltre 5 milioni di tonnellate di questi scarti che potrebbero generare energia per soddisfare i consumi di circa 5 milioni di italiani”.
Sono queste le principali evidenze che emergono dall’analisi “Scarti del riciclo e rifiuti non riciclabili: l’impiantistica di back up fondamentale per l’economia circolare”, i cui dati sono stati diffusi da Assoambiente – l’Associazione che rappresenta le imprese che operano nel settore dell’igiene urbana, riciclo, recupero, economia circolare e smaltimento di rifiuti, nonché bonifiche, nel corso di Ecomondo (la fiera per la transizione ecologica in corso a Rimini).

L’analisi rimarca i significativi passi in avanti compiuti negli ultimi 20 anni nella raccolta e gestione dei rifiuti in Italia: nel 2000 la raccolta differenziata era pari al 15% del totale dei rifiuti urbani raccolti, l’incenerimento pari all’8% e la discarica copriva due terzi del fabbisogno di smaltimento (67%). Nel 2021 (ultimi dati disponibili, cui fa riferimento l’analisi) la raccolta differenziata ha raggiunto quota 64% (19 milioni di tonnellate), il tasso di riciclo il 48,1% (14,3 milioni di tonnellate vengono effettivamente riciclate), il recupero energetico è pari al 18,3%, il 19% dei rifiuti urbani va in discarica. Una parte (mediamente circa il 20%) di ciò che i cittadini conferiscono correttamente nei contenitori della differenziata (o nel porta a porta) non può essere riciclato.

A fronte di 14,3 milioni di tonnellate di rifiuti urbani riciclati, il sistema Italia genera circa 9,5 milioni di tonnellate di materiali non riciclabili tra: scarti prodotti dalle operazioni di riciclo (3,5 mln secondo l’attualizzazione di uno studio commissionato al Politecnico di Milano dalla società Nica), materiali provenienti dagli impianti di selezione (3,5 mln) e circa 3 milioni di tonnellate di rifiuto indifferenziato. Esportiamo, inoltre, all’estero 0,650 milioni di tonnellate di rifiuto urbano trattato.

 

La maggior parte di questi flussi viene oggi conferita in discarica o va all’estero per mancanza di impianti, anche se circa 5,2 milioni di tonnellate di questi materiali avrebbero un potere calorifico idoneo ad essere trattati in via prioritaria da impianti di recupero energetico. Da questi, infatti, potremmo ottenere 3,6 milioni di MWh elettrici che potrebbero soddisfare i consumi di circa 5 milioni di italiani e che si aggiungerebbero all’attuale sistema di produzione di energia da rifiuti, pari a 4,5 MWhe.

“Una gestione dei rifiuti urbani orientata al riciclo necessita prima di tutto di impianti di riciclo, ma, per funzionare, ha bisogno anche di un’adeguata rete di impianti capaci di trattare gli scarti delle raccolte differenziate, i materiali provenienti dagli impianti di trattamento meccanico biologico (i TMB) ed i flussi residui di rifiuto urbano indifferenziato. Senza questa rete impiantistica gli stessi processi di riciclo entrano in crisi e quindi va considerata parte integrante della strategia di economia circolare. Questa rete di impianti deve essere prevalentemente costituita da impianti di recupero energetico, sia per rispettare la gerarchia europea delle forme di gestione dei rifiuti, sia perché si tratta di materiali con un potere calorifico adeguato al recupero di energia, in parte fonte rinnovabile che contribuirebbe quindi ai processi di decarbonizzazione, oltre a ridurre i conferimenti in discarica”, ha commentato Chicco Testa – Presidente Assoambiente.

Regione Sicilia: avviato l’iter per ottenere la VAS del nuovo Piano regionale dei rifiuti. Previsti due termovalorizzatori

Fonte: Web Marte TV

7/11/2023

Al via l’iter per ottenere la Valutazione ambientale strategica relativa all’aggiornamento e all’adeguamento del Piano regionale dei rifiuti.

Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha presieduto a Palazzo d’Orleans un tavolo tecnico, alla presenza dell’assessore ai Rifiuti Roberto Di Mauro, del dirigente generale del dipartimento competente Calogero Burgio e di esperti e tecnici dell’amministrazione regionale.

Sicilia, la Finanziaria di Musumeci taglia le pensioni dei regionali - la  Repubblica

Il nuovo documento è stato redatto, oltre che attraverso i dati pubblici messi a disposizione dall’Ispra, grazie al confronto con le SRR, società per la regolamentazione del servizio di gestione de rifiuti, e con i gestori attuali degli impianti, in modo tale da avere una “fotografia” reale della situazione nell’Isola.

Nella riunione è stato affrontato anche il tema dei termovalorizzatori, il cui dimensionamento sarà condizionato ai contenuti del nuovo Piano, per il quale da oggi partiranno i 45 giorni per la presentazione di eventuali osservazioni.

Il progetto è quello di realizzare due grandi termovalorizzatori, uno nella Sicilia orientale e uno in quella occidentale.

Non dovrebbero essere confermate le sedi che erano state individuate dal governo Musumeci, e i due impianti dovrebbero essere realizzati uno a Catania, si parla della zona industriale di Pantano d’Arci, e l’altro a Palermo o a Termini Imerese.

“Quello dei rifiuti – ha sottolineato il presidente Schifani – è uno dei temi prioritari del mio governo e per questo motivo ho voluto che questa prima riunione si tenesse qui in Presidenza per condividere insieme all’assessore strategia e tempistica prima della presentazione del Piano”.

Modica e Scicli si candidano ad ottenere il riconoscimento di “Comune Plastic Free” nel 2024

Fonte: Il Domani Ibleo

4/11/2023

Comuni sempre più Plastic Free. Ieri, infatti, sia il Comune di Modica che quello di Scicli hanno sottoscritto il protocollo d’intesa che è il primo passo per la candidatura a “Comune Plastic Free” nel 2024.

In particolare, per il Comune di Modica, il protocollo è stato sottoscritto tra la Plastic Free OdV Onlus, rappresentata dal suo referente provinciale, Graziano Accetta e il sindaco Maria Monisteri che ha dichiarato “Vogliamo valorizzare la tutela ambientale attraverso le iniziative di Plastic Free e collaboriamo con l’associazione per creare una maggiore consapevolezza dei nostri concittadini nel preservare l’ambiente dall’inquinamento da plastica. La firma di questo protocollo è un canale di comunicazione diretto, per migliorare Modica dal punto di vista ambientale. Il protocollo di oggi, è la pietra miliare verso il riconoscimento del nostro come Comune Plastic Free”.

Per l’assessore all’Ecologia, Samuele Cannizzaro “E’ un riconoscimento nazionale che otterremo attraverso appuntamenti pubblici di pulizia di ambienti della città da plastica e rifiuti non pericolosi, campagne di sensibilizzazione nella scuola e on line anche attraverso i social, stand e gazebo di informazione. Nel concreto abbiamo già promosso attività di salvaguardia del territorio attraverso il recepimento di segnalazioni di abbandoni illeciti di rifiuti. Siamo pronti a recepire le segnalazioni dei referenti locali di Plastic Free e offriremo il nostro patrocinio gratuito alle attività dell’associazione. Il protocollo ha durata 5 anni”.

Alla firma di erano presenti anche Dario Modica, referente tecnico del comune di Modica per le ‘bandiere’, Enza Di Rosa, responsabile dell’Ufficio Ecologia del comune di Modica e Giuseppe Manenti, associazione Plastic Free.

Per quanto riguarda il Comune di Scicli il protocollo è stato sottoscritto tra il primo cittadino Mario Marino e la “Plastic Free”, una organizzazione onlus di Termoli che si occupa di tutela e valorizzazione ambientale e di opere di pulizia ambientale da rifiuti plastici non pericolosi. Il protocollo mira a mettere in campo iniziative nelle scuole, e nella comunità in generale, per educare alla progressiva riduzione nell’uso delle plastiche e a un corretto riuso delle materie provenienti da polietilene al fine di eliminare fenomeni di abbandono e inquinamento. 

La delibera di giunta e la successiva firma del protocollo segue la mozione di indirizzo con cui i consiglieri comunali Sabrina Micarelli e Salvatore Causarano avevano impegnato l’amministrazione presieduta dal sindaco Mario Marino.

DATI PLASTIC FREE:

Dalla lotta ai rifiuti alla sensibilizzazione

L’obiettivo di Plastic Free è di liberare il pianeta dalle tonnellate di plastica che devastano mari, fiumi, ecosistemi e la salute. 

La collaborazione tra il Comune e Plastic Free parte dalla stipula di un protocollo d’intesa. Un vero e proprio patto che ha l’obiettivo di generare benefici per il territorio, snellire gli iter burocratici, favorendo le attività di volontariato, e avvicinare l’ente ai cittadini impegnati nella tutela ambientale.

È il premio dedicato ai Comuni che si sono distinti adottando una serie di misure volte a migliorare il proprio territorio per il bene dell’ambiente e per il bene delle future generazioni.
I criteri di valutazione si basano su 5 pilastri:

  • lotta contro gli abbandoni illeciti
  • sensibilizzazione del territorio
  • collaborazione con la nostra associazione
  • gestione dei rifiuti urbani
  • attività virtuose realizzate

QUALIFICAZIONE DELLA S.R.R. ATO 7 RAGUSA S.C.p.A. COME STAZIONE APPALTANTE, AI SENSI DEL D.LGS. N. 36/2023 (data qualificazione ANAC 13/09/2023)

Fonte: ANAC

19/10/2023

La S.R.R. ATO 7 Ragusa S.C.p.A. è stata Qualificata come Stazione Appaltante, in data 13/09/2023, per gare relative a “Servizi e Forniture” e “Lavori“, con i seguenti livelli:

 

(*) DISPONIBILITA’ PER TERZI: Le stazioni appaltanti non qualificate consultano sul sito istituzionale dell’ANAC l’elenco delle stazioni appaltanti qualificate e delle centrali di committenza qualificate. La domanda di svolgere la procedura di gara, rivolta dalla stazione appaltante non qualificata ad una stazione appaltante qualificata o ad una centrale di committenza qualificata, si intende accolta se non riceve risposta negativa nel termine di dieci giorni dalla sua ricezione […] (Art. 62, comma 10, D.Lgs. n. 36/2023)

***

 

(*) DISPONIBILITA’ PER TERZI: Le stazioni appaltanti non qualificate consultano sul sito istituzionale dell’ANAC l’elenco delle stazioni appaltanti qualificate e delle centrali di committenza qualificate. La domanda di svolgere la procedura di gara, rivolta dalla stazione appaltante non qualificata ad una stazione appaltante qualificata o ad una centrale di committenza qualificata, si intende accolta se non riceve risposta negativa nel termine di dieci giorni dalla sua ricezione […] (Art. 62, comma 10, D.Lgs. n. 36/2023)

La Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR): dal 18 al 26 novembre 2023

Fonte: ewwr.eu/envi.info

5/10/2023

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La Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR) è una campagna internazionale di comunicazione ambientale, volta a promuovere la realizzazione di azioni di sensibilizzazione sulla riduzione dei rifiuti, concentrando nel corso di una sola settimana migliaia di iniziative organizzate da partecipanti da tutta Europa. È una campagna “grassroot“, che parte dal basso e coinvolge una vasta gamma di pubblico e si rivolge praticamente a tutti! I partecipanti sono classificati in cinque categorie: cittadini, imprese, istituti di istruzione, amministrazioni pubbliche e associazioni/ONG.

La SERR non è solo un’occasione per informare e sensibilizzare il pubblico, ma ha come obiettivo principale quello di spingere all’azione. Infatti, rappresenta la più grande call-to-action in Europa per la prevenzione dei rifiuti. L’obiettivo è creare una maggiore consapevolezza sulle eccessive quantità di rifiuti prodotti e sulla necessità di ridurli drasticamente, ponendo quindi l’accento sulla prevenzione dei rifiuti.

Le azioni della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti mostrano come ogni attore della società – compresi i singoli cittadini – possa, in modo creativo, contribuire a ridurre i rifiuti in prima persona e a comunicare l’importanza di questo messaggio agli altri.

Le azioni attuate nel SERR affrontano la piramide delle “3 R”: Ridurre, Riutilizzare, Riciclare. Le “3 R” rappresentano le opzioni che devono essere considerate prima dell’elaborazione di una strategia di gestione dei rifiuti.

Seguendo la gerarchia sopra illustrata, la riduzione dei rifiuti dovrebbe essere sempre la prima priorità. Ridurre vuol dire in primo luogo effettuare una rigorosa prevenzione e riduzione alla fonte. La seconda migliore opzione è quella di riutilizzare i prodotti, includendo anche la preparazione per il riutilizzo. Infine, la terza priorità è il riciclaggio dei materiali.

Perché una Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti?

Molteplici sono le finalità dell’evento, che rendono ogni anno più famosa e più partecipata la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti. Oltre a promuovere azioni per una riduzione dei rifiuti in tutta Europa, la SERR si propone di accrescere la consapevolezza su tematiche centrali in materia ambientale. Grazie all’interscambio creato tra i Paesi si pongono in evidenza esempi virtuosi, sottolineando le connessioni esistenti tra riduzione dei rifiuti, sviluppo sostenibile e lotta contro i cambiamenti climatici.

“Non farti imballare!”

Nella nostra vita quotidiana, gli imballaggi svolgono un ruolo cruciale nel contenere, proteggere, trasportare e presentare ogni tipo di merce. Tuttavia, la realtà è che gli imballaggi hanno un enorme impatto sull’ambiente.

L’utilizzo di materiali vergini per gli imballaggi rappresenta una grande sfida: il 40% della plastica e il 50% della carta utilizzata nell’Unione Europea sono destinati proprio al packaging. Inoltre, quando giungono alla fine del suo ciclo di vita, gli imballaggi costituiscono il 36% dei rifiuti solidi urbani. È evidente come la situazione richieda un’attenzione immediata.

La produzione totale di rifiuti di imballaggio nell’UE è aumentata significativamente, passando da 66 milioni di tonnellate nel 2009 a 78,5 milioni di tonnellate nel 2019 (circa 173 kg per abitante). La pandemia COVID-19 ha ulteriormente influenzato questa tendenza, poiché le vendite online, gli acquisti nei supermercati per il consumo domestico e la consegna di cibo da asporto o a domicilio sono aumentati considerevolmente.

Quando l’imballaggio diventa rifiuto, viene suddiviso in due categorie: riciclabile e non riciclabile. Purtroppo, dal 2012 al 2020, la quantità di imballaggi non riciclabili è aumentata

Inoltre, una parte considerevole di rifiuti di imballaggio non viene nemmeno raccolta e differenziata, causando gravi danni all’ambiente, soprattutto agli ecosistemi marini.

Per affrontare questa sfida, la Commissione Europea ha fissato l’obiettivo ambizioso che tutti i tipi di packaging siano riutilizzabili o riciclabili entro il 2030, in modo economicamente fattibile. Ciò implica una necessità di ridurre gli imballaggi e il sovraimballaggio, allo stesso tempo riducendo i rifiuti di imballaggio stessi. In questo contesto, la prevenzione dei rifiuti gioca un ruolo fondamentale per raggiungere l’obiettivo prefissato.

Perché la prevenzione è fondamentale per ridurre l’impatto ambientale degli imballaggi? 

L’impatto ambientale varia a seconda del materiale utilizzato. Ad esempio, l’imballaggio in plastica ha la più alta intensità di carbonio, emettendo 1,8 tonnellate di CO2e per ogni tonnellata di imballaggi in plastica prodotta. La carta/cartone e il vetro seguono con emissioni rispettivamente di 809 e 565 kg CO2e per tonnellata. Gli imballaggi in legno, invece, emettono solo 19 kg netti di CO2e per tonnellata (fonte: relazione Eunomia dicembre 2021 basata sui dati EUROSTAT). Inoltre, una valutazione delle relazioni di allarme precoce della Commissione ha evidenziato che la plastica è la sfida principale per il riciclaggio degli imballaggi, con 19 Stati membri che rischiano di non raggiungere l’obiettivo del 50% di riciclaggio entro il 2025, principalmente a causa dei bassi tassi di raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio in plastica. Questo sottolinea ulteriormente l’importanza di promuovere la prevenzione dei rifiuti di imballaggio, poiché il riciclaggio da solo non può essere la soluzione completa.

Perché l’imballaggio è un settore importante verso un’economia circolare? 

La domanda di imballaggi, combinata con bassi livelli di riutilizzo e riciclabilità, comporta la costante necessità di risorse primarie non rinnovabili

Inoltre, le emissioni di gas serra generate dagli imballaggi continuano ad aumentare, con una previsione di raggiungere 66 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2030. Le microplastiche generate dagli imballaggi hanno effetti dannosi, soprattutto sull’ambiente marino.

Attraverso il miglioramento dell’efficienza del packaging e il potenziamento della raccolta differenziata, è possibile ridurre significativamente il problema delle microplastiche e aumentare la qualità dei materiali pronti per il riciclaggio.

Il ruolo della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti

È qui che entra in gioco la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR). Quest’anno, la campagna si concentra sul packaging per la seconda volta nella sua storia (la prima volta è stata nel 2016). Nonostante siano passati 7 anni, il tema degli imballaggi continua ad essere fondamentale, soprattutto considerando l’aumento del settore dell’e-commerce e l’impatto dei rifiuti prodotti. 

Durante questa particolare Settimana dell’anno, che quest’anno va dal 18 al 26 Novembre, l’obiettivo è aumentare la consapevolezza sull’impatto ambientale del packaging e stimolare il cambiamento attraverso azioni concrete.

Partecipando alla SERR si potrà vincere un riconoscimento nazionale o europeo: tra le numerose azioni, le iniziative più significative saranno premiate dal comitato promotore nazionale ed europeo durante la cerimonia di premiazione annuale, un’opportunità straordinaria per puntare i riflettori su alcuni dei partecipanti più impegnati!

Raccolta differenziata carta, dati in crescita

Fonte: Sky Tg24 / Comieco

18/09/2023

Resta stabile e si consolida l’abitudine di fare la raccolta differenziata in Italia. Secondo i dati di Comieco, la media nazionale della raccolta pro-capite del settore è cresciuta fino a 61,5 Kg. Grandi potenzialità ci sono al Sud, dove la parte di rifiuti ancora non intercettati e destinati all’indifferenziato potrebbe ulteriormente migliorare i dati.

  • Alcune settimane fa è uscito il 28esimo Rapporto Annuale Comieco sulla raccolta differenziata di carta e cartone in Italia. Secondo quanto emerso, nel 2022 calano i consumi ma non scende la raccolta differenziata (+20.000 tonnellate)
  • La produzione di rifiuti in Italia registra infatti un calo di circa un milione di tonnellate, a causa del più ampio calo dei consumi alimentari, a sua volta legato all’innalzamento dei costi energetici e delle materie prime dovuto alla guerra russo-ucraina
  • Resta stabile e si consolida l’abitudine di fare la raccolta differenziata in Italia. Secondo i dati di Comieco, la media nazionale della raccolta pro-capite è cresciuta fino a 61,5 Kg
  • La raccolta di materiali cellulosici si conferma oltre i 3,6 milioni di tonnellate annui (+0,6% sul 2021). Invece il tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici supera l’81% confermando il superamento degli obiettivi Ue al 2025 e il progressivo avvicinamento ai target fissati per il 2030
  • Il quadro nel complesso – dice Comieco – è positivo, pur con alcune differenze a livello regionale. Al Nord, spiega il sito del consorzio, il risultato complessivo di raccolta fa registrare quasi 8mila tonnellate in più rispetto al 2021 (+0,4%). Trainano la crescita Valle d’Aosta, Lombardia ed Emilia-Romagna che insieme raggiungono 20mila tonnellate di nuova raccolta compensando il calo riscontrato complessivamente da Piemonte, Veneto e Trentino-Alto Adige (-12 mila tonnellate). Friuli-Venezia Giulia e Liguria mantengono invece dati stabili
  • Al Centro la crescita supera le 4mila tonnellate (+0,5%) grazie al contributo di Toscana e Umbria che mettono a segno un +12mila tonnellate. In lieve calo invece le Marche, con una contrazione di 5 mila tonnellate, ed il Lazio (-3 mila) su cui pesa soprattutto lo stato del servizio di raccolta nella città di Roma che stenta a decollare
  • Al Sud si registra un incremento della raccolta di quasi 8mila tonnellate (+0,8%). Fatta eccezione per la Campania, che si mantiene stabile, e Sardegna e Abruzzo in leggero calo (complessivamente -3mila tonnellate rispetto al 2021), le altre regioni presentano tassi di crescita positivi seppur contenuti (al di sotto del 4%) 
  • È proprio nell’area meridionale del Paese che si concentra il maggior potenziale di crescita: qui è disponibile oltre il 50% delle 800.000 tonnellate di carta e cartone che si stima finiscano ancora nell’indifferenziato e la cui intercettazione sarà determinante per il definitivo superamento dell’obiettivo Ue dell’85% di tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici fissato al 2030
  • Il direttore generale di Comieco Carlo Montalbetti ha infatti citato come virtuoso il caso di Messina che “è passata da 26kg per abitante dello scorso anno ai 55kg per abitante di quest’anno. Vi è stata una razionalizzazione e un efficientamento nella raccolta dovuta alla determinazione dell’amministrazione comunale” 
  • Il tasso medio di raccolta differenziata complessiva è pari a 64,3% e supera di poco il valore del 2021 (64%). Il tasso di intercettazione medio di carta e cartone sul totale dei rifiuti urbani, cresce e si attesta, a livello nazionale, al 12,7%

Carta e cartone, cresce la raccolta differenziata in Sicilia. Nella provincia di Ragusa il pro-capite più alto della Regione (65,3 kg/ab-anno)

Fonte: Tp24

31/08/2023

https://www.tp24.it/immagini_articoli/31-08-2023/1693476283-0-carta-e-cartone-cresce-di-poco-la-raccolta-differenziata-in-sicilia.jpg
 

 Secondo i dati del 28° Rapporto Annuale sulla raccolta differenziata e riciclo di carta e cartone in Italia diffuso da Comieco, Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica, in Sicilia sono state raccolte oltre 207.000 tonnellate di materiale cellulosico durante il 2022, con un aumento di poco più di 3.000 tonnellate rispetto al 2021 (+1,5%).

“La raccolta differenziata di carta e cartone sta diventando una pratica consolidata anche in Sicilia come dimostra la sua crescita, seppur contenuta, nel 2022. Anche il pro-capite, infatti, è in aumento rispetto all’anno precedente – passando da 42,4 nel 2021 a 43,3 kg/ab-anno.” commenta Carlo Montalbetti, Direttore Generale di Comieco. “I margini per migliorare ancora ci sono, in particolare a Palermo che fa segnare un -1,4% nella raccolta differenziata di carta e cartone confermando un livello di raccolta per abitante di soli 25 kg per abitante. Il potenziale inespresso in tutta la regione è evidente anche dal livello di intercettazione della frazione cellulosica sul totale dei rifiuti prodotti dell’intera regione, fermo al 9,6% e tra i più bassi d’Italia”.

 

Nel 2022 Comieco ha gestito attraverso le convenzioni attive in regione Sicilia più di 166.000 tonnellate di carta e cartone, pari all’80% della raccolta totale. Ai 350 Comuni convenzionati sono stati riconosciuti corrispettivi per più di 14 milioni di euro.

La raccolta per provincia

Analizzando i dettagli del Rapporto Annuale – come elaborati a maggio 2023 –si evidenzia come la maggior parte delle province abbia incrementato la raccolta differenziata di carta e cartone, con picchi di crescita anche oltre il 6% nel caso di Agrigento, Catania e Caltanissetta. Segno negativo invece per le province di Palermo (-3,5% in contrazione per il secondo anno consecutivo), Siracusa e Trapani.

Provincia di RAGUSA: raccolte poco più di 20.500 tonnellate (+ 1,6% rispetto al 2021) che valgono il pro-capite più alto della Regione (65,3 kg/ab-anno);
– Provincia di TRAPANI: raccolte circa 23.000 tonnellate, per un pro-capite di 55 kg;
– Provincia di MESSINA: sfiora le 30.000 tonnellate raccolte (+ 1,6% rispetto all’anno precedente) con una media di 49,2 kg raccolti da ciascun cittadino;
– Provincia di SIRACUSA: poco più di 18.000 tonnellate raccolte e un pro-capite di 47,3 kg;
– Provincia di AGRIGENTO: raccolte quasi 19.000 tonnellate (+6,4% rispetto al 2021), con un pro-capite di 45,7 kg;
– Provincia di CATANIA: differenziate poco più di 46.500 tonnellate (in aumento del 6,3% rispetto al 2021) con una resa pro-capite che sale a 43,5 kg;
– Provincia di CALTANISSETTA: quasi 10.000 tonnellate raccolte (+6,8% rispetto all’anno precedente) pari a 38,9 kg/ab-anno;
– Provincia di ENNA: differenziate più di 5.000 tonnellate con una media di 36,3 kg raccolti da ciascun cittadino;
– Provincia di PALERMO: raccolte circa 36.000 tonnellate pari ad una media pro-capite di 29,9 kg.


Quantità e qualità della raccolta differenziata di carta e cartone in Italia

A livello nazionale, il 2022 ha fatto registrare risultati incoraggianti per la raccolta differenziata di carta e cartone, in lieve crescita rispetto all’anno precedente. Complessivamente sono stati raccolti oltre 3,6 milioni di tonnellate di materiali cellulosici (+0,6% sul 2021) e la media pro-capite nazionale ha raggiunto i 61,5 kg/ab. Il tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici si è attestato all’81,2%: è stato così confermato il superamento degli obiettivi UE al 2025 e il progressivo avvicinamento ai target fissati per il 2030.

 
 

Rifiuti, Ragusa esempio virtuoso in un’Isola che non impara la lezione

Fonte: ilSicilia.it

31/08/2023

C’è chi, come la Sicilia, gestiste, con evidenti e imbarazzanti difficoltà, la raccolta dei rifiuti e chi invece, come la Danimarca, ne ha tratto beneficio, segnalando addirittura un’emergenza totalmente opposta, cercando paesi disposti ad esportali. Sembra una storia paradossale ma il celebre inceneritore di Copenaghen riesce a bruciare 70 tonnellate di rifiuti all’ora ed è in grado di convertire 440 tonnellate di rifiuti l’anno in energia pulita, fornendo elettricità per 150.000 abitazioni. Il tutto, stando a quanto assicurano le autorità, emettendo dalla ciminiera vapore acqueo e non CO2. Copen Hill, l’immensa struttura architettonica, con le sue piste per sci e snowboard è diventata persino un’attrazione turistica.

I danesi hanno dunque inventato un nuovo e originale modo di fare economia ed eliminare gli ingombranti rifiuti, seguendo allo stesso tempo la linea greenL’idea è giunta, da un po’ di tempo, anche in Sicilia. Da anni, infatti, la provincia di Ragusa rappresenta un’eccezione. Nella terra in cui il problema rifiuti non sembra trovare una luce in fondo al tunnel, il territorio ibleo continua a impartire una bella lezione.

Siamo arrivati velocemente a percentuali elevate nella raccolta differenziata, superando la soglia del 70%. Queste cifre pongono la città ai vertici delle classifiche regionali e ci hanno consentito di beneficiare dei premi per i Comuni virtuosi nella raccolta della differenziata, messi a disposizione della Regione“. Sono queste le parole del sindaco di Ragusa, Giuseppe Cassì. 

ESISTE PERO’ UN PROBLEMA…

Nonostante le valide idee e gli ottimi traguardi tagliati, un problema ancora c’è. “Non abbiamo ancora l’autosufficienza d’ambito – ha spiegato Cassì – Nel Ragusano non c’è la discarica. La struttura nella quale il rifiuto andrebbe gettato dopo i vari trattamenti ha esaurito la propria capienza nel 2017 e da allora siamo costretti ad andare fuori. Con la chiusura di alcuni impianti siciliani, siamo stati costretti anche noi a portare una percentuale di rifiuti fuori dall’Isola e questo ha chiaramente comportano un aumento di costi“. Alcune soluzioni sarebbero già nel cassetto: “Abbiamo individuato dei siti idonei per poter realizzare questa discarica. Però siamo ancora in una fase preliminare“.

IL RIFIUTO COME RISORSA E IL FUTURO GREEN

Ragusa possiede già due impianti importanti: uno di trattamento biologico, dove viene trattato il rifiuto indifferenziato, e uno di compostaggio, che tratta rifiuto organico. Le strutture già esistenti sono integrate all’interno di una visione di futuro green ed ecosostenibile: “Nel nostro piano provinciale ci sono nuovi impianti che serviranno a razionalizzare e ottimizzare il ciclo dei rifiuti. L’idea è quella che il rifiuto possa costituire anche una fonte di energia. E’ previsto un digestione anaerobico, una struttura per trasformare il rifiuto organico in gas e quindi in energia elettrica, e un impianto per la produzione di combustibile, da integrare con quello che già tratta il rifiuto indifferenziato“.

La strada da percorrere è dunque quella dell’economia circolare e dell’ottimizzazione dei rifiuti “che consente da una parte di risparmiare, dall’altra di avere un beneficio ambientale ma anche di produrre energia. L’obiettivo è ambizioso, la strada è lunga ma l’idea è chiara. Sono impianti molto costosi ma con un impatto importante“.

Proprio sulla parentesi Cassì precisa che sarà valutato anche il “coinvolgimento dei privati, a cui, per un paio di anni, andrà la gestione delle strutture, in modo da ottenere la remunerazione dell’investimento fatto“.

IL SEGRETO DI RAGUSA

Ma cosa differenzia il territorio ibleo dagli altri Comuni siciliani? “C’è una sensibilità diversa verso il tema del decoro urbano – ha puntualizzato il sindaco – è un dato di fatto. I nostri dati sono in media migliori rispetto al resto siciliano“.

Ragusa inoltre “permette di fare investimenti. Ha una situazione economica più stabile rispetto alla media. Il cittadino ragusano – ha aggiunto – paga le tasse, i contributi e la Tari. Leggo di Comuni con un’evasione superiore anche del 70%. Noi contiamo una riscossione accertata intorno all’80%. In queste condizioni è sicuramente più facile lavorare. C’è anche un lavoro certosino dietro – ha concluso – una certa attenzione nello scovare gli evasori e nel non creare un rapporto conflittuale con i contribuenti. Tutti, infatti, sono nelle condizioni di pagare senza troppe complicazioni“.

Ragusa è la Copenaghen di Sicilia? E’ ancora molto presto per affermarlo ma certamente esiste un’idea di base che lega le due città: il rifiuto può e deve trasformarsi in una risorsa, e non in un problema intramontabile.

ARERA - "RIFIUTI: quattro pilastri in più per la riforma del settore. Riciclo e recupero le parole chiave"

Fonte: ARERA

8/08/2023

Contratto di servizio tipo, indicatori di efficienza e trasparenza, aggiornamento delle tariffe e copertura dei costi dei rifiuti raccolti in mare. Il “pacchetto rifiuti” dell’Autorità accompagna la valorizzazione economica dei rifiuti e graduale riduzione delle frazioni di scarto

 

Milano, 08 agosto 2023

ARERA ha varato un pacchetto di riforme nel settore dei rifiuti urbani, dando seguito alle recenti previsioni normative per il riordino dei servizi pubblici locali, per la tutela della concorrenza, per le operazioni “Salva mare” e per favorire l’economia circolare, tenendo conto del principio comunitario della responsabilità estesa del produttore (EPR).

Con quattro delibere, consultabili sul sito www.arera.it, l’Autorità ha regolato alcuni elementi di notevole rilevanza per il funzionamento del sistema di gestione dei rifiuti, accompagnando una transizione che vede i rifiuti sempre più come una risorsa economica da valorizzare attraverso la raccolta differenziata, il riciclo e il recupero e che vede gradualmente ridursi la percentuale di rifiuti da considerare scarto inutilizzabile.

L’Autorità ha ritenuto necessario mettere a disposizione del Paese un ampio pacchetto di riforme relativo al settore dei rifiuti – ha affermato il presidente dell’ARERA Stefano Besseghini –  consolidando un quadro regolatorio che va progressivamente definendosi. L’economia circolare, per rendere tangibili i benefici che i cittadini ne possono ricavare, necessita di una sempre maggiore efficienza delle attività gestionali e di una crescente qualità del materiale avviato a recupero. La nuova regolazione approvata dall’Autorità rappresenta un fondamentale fattore abilitante per il continuo miglioramento delle performance della raccolta differenziata, del recupero e del riciclo, in un quadro evolutivo in cui il monitoraggio e la regolazione devono procedere di pari passo”.

Questi i contenuti principali delle quattro delibere:

  • con la delibera 385 è stato approvato lo schema tipo di contratto di servizio per la regolazione dei rapporti tra ente affidante e soggetto gestore. Un provvedimento che il settore invocava da molto prima che l’ARERA assumesse, nel 2018, competenze sul settore rifiuti (la previsione era già contenuta nel Testo Unico del 2006).Con questa delibera sono stati disciplinati i contenuti minimi essenziali del contratto di servizio, volti ad assicurare, per tutta la durata dell’affidamento, l’assolvimento degli obblighi di servizio pubblico, nonché l’equilibrio economico-finanziario della gestione secondo criteri di efficienza, promuovendo il progressivo miglioramento dello stato delle infrastrutture e della qualità delle prestazioni erogate.
  • con la delibera 387 si introduce il monitoraggio di nuovi indicatori di efficienza delle attività di recupero e smaltimento, secondo un approccio graduale che tiene conto delle condizioni di partenza e dell’eterogeneità del parco impiantistico disponibile.
    Da queste condizioni deriva la necessità di riconoscere il giusto valore di un settore industriale caratterizzato da un elevato grado di specializzazione in relazione alle diverse filiere. È stato quindi introdotto un primo set di indicatori che consentirà di monitorare le rese quantitative e qualitative della raccolta differenziata. Questo al fine di promuovere una maggiore efficacia nelle successive attività di riciclaggio del materiale.
    Il set di indicatori si completa con altri, legati all’affidabilità e alle performance delle infrastrutture degli impianti di trattamento, prevedendo – dal 1° gennaio 2024 – specifici obblighi di monitoraggio e trasparenza.
  • con la delibera 389 sono state definite le regole per l’aggiornamento biennale 2024-2025 delle predisposizioni tariffarie, confermando l’ impostazione generale del metodo tariffario rifiuti MTR-2 (delibera 363/21) e adeguandolo anche per ottemperare rapidamente a quanto statuito dal Consiglio di Stato, con la recente sentenza n. 7196/23 relativamente alla trattazione dei costi afferenti alle attività di prepulizia, preselezione o pretrattamento degli imballaggi plastici provenienti dalla raccolta differenziata, in tal modo garantendo l’affidabilità del nuovo quadro regolatorio.
    Sono stati quindi introdotti criteri tariffari che preservano un quadro di riferimento stabile, nel rispetto dei principi di recupero dei costi efficienti di investimento ed esercizio e di non discriminazione degli utenti finali. Al tempo stesso sono state introdotte misure per dare adeguata copertura ai maggiori oneri sostenuti negli anni 2022 e 2023 a causa dell’inflazione, salvaguardando l’equilibrio economico-finanziario delle gestioni e la continuità nell’erogazione del servizio, assicurando comunque la sostenibilità della tariffa all’utenza.  Nella medesima delibera si sono infine introdotte misure per il monitoraggio del grado di copertura dei costi efficienti della raccolta differenziata, prevedendo una riclassificazione dei molteplici elementi conoscitivi desumibili dai circa 6.000 PEF approvati. I dettagli operativi saranno esplicitati dall’Autorità nel prossimo in autunno, in concomitanza con la definizione degli applicativi informatici per l’aggiornamento dei citati PEF, che avverrà sulla base degli ultimi dati disponibili facendo quindi riferimento alla annualità 2022.
  • con delibera 386, infine, è stato istituito in particolare un meccanismo perequativo dei costi di gestione dei rifiuti accidentalmente pescati e volontariamente raccolti in mare, nei laghi, nei fiumi e nelle lagune. Il meccanismo, in coerenza con quanto stabilito dalla legge 60/22 cosiddetta legge Salva Mare, riguarda anche le campagne di pulizia ed è finalizzato a distribuire sull’intera collettività nazionale i relativi oneri, assicurandone la copertura con una specifica componente, che entrerà a far parte delle voci della tassa sui rifiuti oppure della tariffa corrispettiva.

ISPRA: Rapporto Rifiuti Speciali - Edizione 2023

Fonte: ISPRA

21/07/2023

Il Rapporto Rifiuti Speciali, che presenta i dati relativi all’anno 2021, è giunto alla sua ventiduesima edizione ed è frutto di una complessa attività di raccolta, analisi ed elaborazione di dati da parte del Centro Nazionale dei Rifiuti e dell’Economia Circolare dell’ISPRA, con il contributo delle Agenzie regionali e provinciali per la Protezione dell’Ambiente, in attuazione di uno specifico compito istituzionale previsto dall’art.189 del d.lgs. n. 152/2006.

Attraverso un efficace e completo sistema conoscitivo sui rifiuti, si intende fornire un quadro di informazioni oggettivo, puntuale e sempre aggiornato di supporto al legislatore per orientare politiche e interventi adeguati, per monitorarne l’efficacia, introducendo, se necessario, eventuali misure correttive.

Il Rapporto Rifiuti Speciali – Edizione 2023 fornisce i dati, all’anno 2021, sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi, a livello nazionale e regionale, e per la gestione anche a livello provinciale; e sull’import/export.

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Significativo aumento dei rifiuti speciali dopo la pandemia: +12,2%

 

ISPRA pubblica il Rapporto Rifiuti Speciali Edizione 2023

Dopo il fermo delle attività economiche dovuto alla crisi pandemica, nel 2021 si registra una crescita significativa nella produzione dei rifiuti speciali, che raggiunge 165 milioni di tonnellateL’aumento del 12,2% corrisponde a circa 18 milioni di tonnellate. La ripresa nei settori industriale, artigianale e dei servizi segna un aumento dei rifiuti generati dalle attività produttive.

Quasi la metà (47,7%) proviene dalle attività di costruzione e demolizione (78,7 milioni di tonnellate), settore che si conferma come il principale nella produzione totale di rifiuti speciali. Per questa tipologia di rifiuti risulta significativa la percentuale di riciclo (80,1%) superando ampiamente l’obiettivo del 70% fissato dalla normativa al 2020. Il recupero riguarda prevalentemente la produzione di rilevati e sottofondi stradali.

In generale la gestione dei rifiuti speciali è attuata da oltre 10 mila impianti presenti in Italia (5.928 sono situati al Nord, 1.899 al Centro e 2.936 al Sud). Si recupera materia dal 72,1% degli speciali e solo il 5,7% del totale gestito prevede lo smaltimento in discarica (10,2 milioni di tonnellate).

Le regioni che producono più rifiuti speciali sono Lombardia (37,4 milioni di tonnellate), Veneto (18 milioni) ed Emilia Romagna (14,6 milioni).  Al Centro la maggiore produzione è nel Lazio (10,2) e al Sud in Puglia (11,4).

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Rifiuti, Versari (Biorepack): "Nell'organico troppi scarti, circa il 14%"

Fonte: Adnkronos

7/07/2023

Così il presidente Biorepack, nel suo intervento al convegno, organizzato da Assobioplastiche, Consorzio Biorepack e Cic il 6 luglio 2023 a Roma, durante il quale sono stati illustrati i dati della filiera delle bioplastiche compostabili e le prospettive per il futuro.

“I materiali che entrano negli impianti di compostaggio sono tanti ma ci sono troppi scarti, circa il 14% dei quantitativi in ingresso”. Così Marco Versari, presidente Biorepack, Consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile, nel suo intervento al convegno, organizzato da Assobioplastiche, Consorzio Biorepack e Cic oggi a Roma, durante il quale sono stati illustrati i dati della filiera delle bioplastiche compostabili e le prospettive per il futuro.

 

La presenza di materiali di scarto “non è dovuto al fatto che questi materiali non sono trattabili; il problema è che dobbiamo lavorare insieme a chi raccoglie la frazione organica per far sì che negli impianti arrivi ciò che è organico perché il materiale non biodegradabile e compostabile va separato e così si perde tanta frazione organica compresi gli imballaggi stessi in bioplastica compostabile. Quello che cercherà di fare Biorepack è mettere in campo tutte le risorse necessarie per lavorare con le pubbliche amministrazioni perché la raccolta dell’umido sia raccolta di umido e non di scarti”.

“Abbiamo presentato i dati di una filiera industriale che vede l’Italia all’avanguardia. L’Italia è leader nel mondo nella produzione di questi materiali perché li ha connessi con un sistema di riciclo”, dice ancora Versari ricordando che Biorepack è il “primo consorzio al mondo di riciclo degli imballaggi compostabili”.

“Il sistema c’è, funziona ed è forte, è un esempio per l’Ue; ci preoccupa quello che sta avvenendo sul Regolamento europeo, la tassonomia, ma sappiamo che la politica italiana ha molto ben compreso questo argomento e ci aspettiamo azioni chiare come lo sono state fino ad ora”, conclude.

Green Book 2023, il 5 giugno la presentazione dei nuovi dati sulla gestione dei rifiuti urbani (UTILITALIA e UTILITATIS)

Fonte: ISPRA

Presentazione Green Book 2023

I dati sulla gestione dei rifiuti urbani in Italia

L’edizione 2023 propone la consueta panoramica di contesto che spazia dagli aspetti normativi a quelli tariffari, fino agli investimenti del settore, e comprende un esame aggiornato della documentazione dei bandi di gara. Un focus specifico è dedicato alla circolarità delle risorse con approfondimenti su temi attuali come quello delle materie prime critiche e su specifiche.

L’evento di è presentato da Fondazione UTILITATIS e UTILITALIA (Federazione che riunisce le aziende che operano nei servizi pubblici dell’Acqua, dell’Ambiente, dell’Energia Elettrica e del Gas)

Il riciclo di carta e cartone fa scuola: dal 15 al 21 aprile 2023 ritorna la Paper Week (COMIECO)

Fonte: Eco dalle Città (11/04/2023)

Il riciclo di carta e cartone fa scuola: Giovanni e Giacomo testimonial della Paper Week

Dal 15 al 21 aprile, la Paper Week organizzata da Comieco, in collaborazione con Federazione Carta e Grafica, Assocarta, Assografici, Unirima e con il patrocinio di ANCI, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e di Rai Per la Sostenibilità, è pronta a rispondere a dubbi, sollecitare la curiosità e svelare “i segreti” del mondo della carta, in particolare riguardo alla sua raccolta differenziata e al successivo riciclo

Gli italiani sono tra i migliori in Europa nel differenziare e riciclare carta e cartone, con una raccolta annuale che arriva a superare i 3,6 milioni di tonnellate. Tuttavia, non tutti sono consapevoli del percorso che la carta compie una volta gettata nei contenitori appositi. È importante conoscere come rinasce per essere reintegrata nella nostra vita quotidiana, sotto forma di scatole, giornali, sacchetti o quaderni. Inoltre, dobbiamo impegnarci ulteriormente per migliorare il nostro contributo. L’Italia, infatti, può essere considerata un paese riciclone, ma c’è sempre spazio per il miglioramento.

Per rispondere a dubbi, stimolare la curiosità e svelare i “segreti” sul mondo della carta e soprattutto sulla sua raccolta differenziata e successivo riciclo, dal 15 al 21 aprile ritorna la Paper Week: la campagna nazionale organizzata da Comieco, in collaborazione con Federazione Carta e GraficaAssocartaAssograficiUnirima e con il patrocinio di ANCI, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e di Rai Per la Sostenibilità.

Per questo la campagna di promozione della Paper Week di Comieco coinvolge due testimonial d’eccezione: Giovanni Storti e Giacomo Poretti, rispettivamente nei panni di un professore e di uno studente della “Cartvard University”, una fantomatica Università sulla carta e il cartone.

Con ironia e leggerezza, le loro gag attirano la nostra attenzione sull’importanza di una corretta informazione, perché solo facendo cultura possiamo essere consapevoli che il ciclo del riciclo parte dalla raccolta differenziata di tutti noi cittadini. La campagna è pianificata su tv, radio, stampa e social.

Il calendario di tutti gli appuntamenti della Paper Week 2023 è in costante aggiornamento: qui per vedere tutto in tempo reale.

Al via la trentesima edizione di Comuni Ricicloni! A partire dal 4 aprile e fino al 13 maggio 2023

Fonte: ricicloni.it (4/04/2023)

Al via la trentesima edizione di Comuni RicicloniA partire dal 4 aprile e fino al 13 maggio 2023 sarà possibile inviare la propria candidatura (a Comuni Ricicloni di Legambiente). Possono partecipare Comuni, unioni di Comuni, Comunità montane, Consorzi di comuni. Per partecipare è molto importante leggere preventivamente il bando di partecipazioneLe categorie premiate saranno: Comuni sotto i 5000 abitantiComuni tra i 5000 e i 15000 abitantiComuni oltre i 15000 abitanti e Comuni capoluogo oltre ai premi assegnatida CONAICialComiecoCoreplaCoreveRicreaBiorepackCic e ConoeI Comuni potranno inviare i dati di partecipazione esclusivamente attraverso la scheda on line (sul sito www.ricicloni.it)I consorzi di comuni e le comunità montane dovranno obbligatoriamente avvalersi del file excel (sul sito www.ricicloni.it) opportunamente predisposto senza modificarlo in nessuna sua parte pena la non accettazione dei dati. Verrà premiato chi produrrà meno rifiuti indifferenziati, dati dalla somma del secco residuo e la parte di rifiuti ingombranti non recuperata. Come ormai consolidato il limite da non superare per entrare nelle graduatorie dei meritevoli è di 75 Kg/ab/annoIl termine per partecipare inviando i dati è fissato per il 13 maggio 2023.

Link: https://ricicloni.it/news/28/al-via-comuni-ricicloni-2023

Il 30 marzo 2023 si celebra la prima “Giornata Internazionale Rifiuti Zero”

Fonte: Eco dalle Città (29/03/2023)

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Proclamata dall’ONU, l’iniziativa punta a promuovere modelli di consumo e produzione sostenibili, a sostenere il passaggio delle società alla circolarità e ad aumentare la consapevolezza su come le iniziative “zero waste” contribuiscano all’avanzamento dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Sono numerosi gli Stati membri, le organizzazioni delle Nazioni Unite, la società civile, il settore privato, il mondo accademico e altri, che per l’occasione hanno organizzato attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema. Anche in Italia le adesioni sono state diverse, da parte di comuni, associazioni, comitati, organismi, istituti scolastici.

Il 30 marzo 2023 si celebra l’International Day of Zero Waste, la prima giornata internazionale dedicata a Rifiuti Zero proclamata dall’ONU. L’iniziativa punta a promuovere modelli di consumo e produzione sostenibili, a sostenere il passaggio delle società alla circolarità e ad aumentare la consapevolezza su come le iniziative “zero waste” contribuiscano all’avanzamento dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Nel concreto, sono numerosi gli Stati membri, le organizzazioni delle Nazioni Unite, la società civile, il settore privato, il mondo accademico e altri, che per l’occasione hanno organizzato attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema. Anche in Italia le adesioni sono state diverse, da parte di comuni, associazioni, comitati, organismi, istituti scolastici. (Per l’elenco delle attività in programma clicca qui).

Com’è noto, il settore rifiuti contribuisce in modo significativo alla climatica in atto, alla perdita di biodiversità e all’inquinamento. L’umanità genera annualmente circa 2,24 miliardi di tonnellate di rifiuti solidi urbani, di cui solo il 55% viene gestito in impianti controllati. Ogni anno, circa 931 milioni di tonnellate di cibo vengono perse o sprecate e fino a 14 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica entrano negli ecosistemi acquatici.

L’ONU sottolinea che “le iniziative zero waste possono favorire una sana gestione dei rifiuti e ridurre al minimo e prevenire gli sprechi, contribuendo ad affrontare la crisi planetaria, proteggere l’ambiente, migliorare la sicurezza alimentare e migliorare la salute e il benessere umano”.

Ancora: “I prodotti dovrebbero essere progettati per durare nel tempo e richiedere meno materiali e a basso impatto. Optando per metodi di produzione e trasporto meno dispendiosi in termini di risorse, i produttori possono limitare ulteriormente l’inquinamento e gli sprechi. La pubblicità e la gestione attenta della domanda possono ulteriormente consentire zero sprechi durante i cicli di vita dei prodotti. Anche consumatori possono anche svolgere un ruolo fondamentale nell’azzerare i rifiuti cambiando le abitudini e riutilizzando e riparando i prodotti il più possibile prima di smaltirli correttamente”.

L’ONU auspica che “governi, comunità, industrie e altre parti interessate riconoscano sempre più il potenziale delle iniziative zero waste, rafforzando la gestione dei rifiuti e migliorando i sistemi di recupero attraverso la finanza e la definizione delle politiche. La strategia globale per il consumo e la produzione sostenibili può guidare questa transizione. Istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, dagli Stati membri e dalle parti interessate, la strategia prevede l’adozione di obiettivi di consumo e produzione sostenibili in tutti i settori entro il 2030″.

Giornata internazionale del riciclo rifiuti del 18 marzo 2023

Fonte: First online (18/03/2023)

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Giornata internazionale del riciclo: l’Italia è al primo posto ma nella raccolta differenziata dei rifiuti è indietro. Ecco perché

Il Laboratorio REF Ricerche ha esaminato a fondo il Testo unico sulla qualità. Italia non omogenea nella gestione e nella raccolta differenziata. Indispensabile un aggiornamento del Testo Unico.

 

 

Giornata internazionale del riciclo: l’Italia è al primo posto ma nella raccolta differenziata dei rifiuti è indietro. Ecco perché

 

Il 18 marzo è la giornata internazionale del riciclo. Tra gli obiettivi dell’Unione europea al 2030 un posto particolare occupa il riciclo dei rifiuti. Le organizzazioni industriali e le associazioni ambientaliste non perdono occasione per diffondere messaggi che incentivano i cittadini a fare la raccolta differenziata, a non eccedere nei rifiuti, a separarli , ad attenersi alle indicazioni fornite dall’azienda di raccolta del proprio Comune. Con l’83% di riciclo l’Italia è oggi al primo posto in Europa, nonostante la raccolta differenziata non sia ancora a livelli ottimali. Da cosa dipende questa asimmetria ? E come viene svolto il servizio di nettezza urbana nelle città italiane ? La prima risposta a queste domande è nel Testo unico per la regolazione della qualità del servizio dei rifiuti urbani (TQRIF). Un provvedimento in vigore dal 1 gennaio di quest’anno in base al quale si può capire il livello del servizio che viene erogato. E’ un traguardo importante, frutto di un lavoro iniziato nel 2021 che a buon titolo entra nella transizione ecologica ” Le gestioni- ci spiega Andrea Ballabio del Laboratorio REF Ricerche- hanno dovuto adeguarsi agli obblighi e agli standard minimi di qualità derivanti dallo schema regolatorio ed hanno dovuto individuare i costi connessi all’adeguamento agli obblighi del Testo Unico all’interno del Piano Economico Finanziario 2022-2025″.

I rifiuti e le loro criticità.

Ballabio, insieme ai colleghi ricercatori Francesca Bellaera, Donato Berardi, Giovanni Salpietro, Elisabetta Serra e Nicolò Valle ha pubblicato una ricerca su “Qualità del servizio di gestione dei rifiuti urbani. Cosa ci aspetta e cosa già sappiamo”. La ricerca ha verificato i livelli del servizio ai cittadini ed ha appurato che il 77% della popolazione risiede in territori affidati a gestori che sono al livello più basso per qualità del servizio. Le attività sono state suddivise in schemi I,II, III, IV che comprendono anche ciò che fanno gli Enti territoriali competenti. Lo schema IV è quello che riporta la migliore qualità dei servizio. Lo studio, però, dice che solo il 5% della popolazione italiana gode di queste buone prestazioni. “Il quadro che emerge dal nostro lavoro indica che il livello di partenza della qualità del servizio è sostanzialmente basso. Diciamo che non è adeguato rispetto agli obblighi minimi previsti dal Testo Unico”, aggiunge Ballabio. Nelle Regioni del Nord circa l’80 della popolazione del campione della ricerca rientra nello Schema I. Le iniziative per far crescere la differenziata, dunque, si confermano com ele più giuste. A sostegno ci sono i dati del 2021: Nord al 71%, Centro al 60,4%, Sud e Isole al55,7%. E’ altresì noto che soprattutto al Centro e al Sud mancano infrastrutture dedicate.

I punti di forza e i punti di debolezza

Il nuovo Testo Unico ha aperto vie interessanti che richiedono tempo per recepite. Il fatto che il servizio rifiuti sia a carico dei cittadini, inoltre, non è affatto secondario. Fino a quando le nuove regole non andranno a regime i ricercatori del REF hanno individuato oggi punti di forza e punti di debolezza. « Tra i punti di forza, il TQRIF ha posto le condizioni per l’avvio di un processo di convergenza e omogeneizzazione della qualità del servizio » scrivono. In secondo luogo consente di portare una maggiore trasparenza per gli oneri relativi al miglioramento della qualità del servizio. Le risorse disponibili dovranno andare verso obiettivi comuni del Paese. « La regolazione della qualità è una leva per promuovere nuovi investimenti ”. E’ indubbio che il miglioramento dei servizi pubblici debbano passare attraverso digitalizzazione e riorganizzazione dei processi. E nel sistema dei rifiuti ? « Questo- spiega ancora Ballabio- dovrà accadere soprattutto nelle gestioni che ricadono negli Schemi II-III-IV, laddove è necessario implementare un sistema di registrazione delle informazioni e dati verificabili da parte delle Autorità competenti”.

Una gestione parcellizzata

In Italia le gestioni locali sono estremamente parcellizzate, per cui abbiamo fiducia in un salto di qualità, trattando la spazzatura, finalmente, con metodi industriali. Tra i punti di debolezza rilevati c’è la difficoltà degli Enti locali di applicare le norme “in generale presso le gestioni di minori dimensioni e meno strutturate in termini di competenze ». Lo Stato può rivedere il Testo ( è auspicabile) per aiutare i Comuni nel rispondere agli adempimenti richiesti dal TQRIF. Ci possono essere maggiori costi in capo ai cittadini per adempiere ad alcuni obblighi. Conclusione, il Testo Unico è in fase di avviamento. Infine, vien messo in evidenza che nel 2022 l’attività dei gestori è stata fortemente influenzata dall’aumento e dal rincaro dei costi energetici e dei materiali. Sono stati erosi spazi nelle tariffe. Operazioni che potevano essere destinati al miglioramento della qualità del servizio e a nuovi investimenti. Cosa ci aspetta per il 2023, allora ? ” Siamo davanti a criticità che hanno caratterizzato le predisposizioni tariffarie 2022-2023, destinate a persistere anche in questo 2023 ” è la risposta che arriva da REF. Insomma, i cittadini pagano, la qualità arriverà.

Graduatoria provvisoria per la concessione da parte della Regione Sicilia di agevolazioni per il sostegno alle attività di compostaggio di prossimità dei rifiuti organici. Dell’Ambito Territoriale Ottimale della provincia di Ragusa sono in graduatoria il Comune di Monterosso Almo e il Comune di Modica.

Fonte: EuroInfoSicilia – Dipartimento di Programmazione

Sono 36 i Comuni siciliani inseriti nella graduatoria provvisoria relativa alle operazioni ammesse e finanziabili approvata dal Dipartimento dell’Acqua e dei Rifiuti per la concessione di agevolazioni per il sostegno alle attività di compostaggio di prossimità dei rifiuti organici.

La graduatoria si riferisce al nuovo bando da 12,6 milioni di euro a valere sul PO FESR Sicilia 2014-2020 nell’ambito dell’Azione 6.1.1 che prevede di “Realizzare le azioni previste nei piani di prevenzione e promuovere la diffusione di pratiche di compostaggio domestico e di comunità”.

Dell’Ambito Territoriale Ottimale della provincia di Ragusa sono in in graduatoria il Comune di Monterosso Almo e il Comune di Modica.

"Italia leader del riciclo in Europa"

Fonte: adnkronos (16/12/2022)

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In 25 anni, con la riforma avviata col D.lgs 22 del 1997, in Italia si è passati dall’emergenza rifiuti all’eccellenza nel riciclo e oggi l’Italia è leader europeo del riciclo dei rifiuti e l’industria del riciclo ha conosciuto una crescita costante quantitativa e qualitativa. Nel 1997 la raccolta differenziata dei rifiuti urbani era solo del 9,4 % e l’80% dei rifiuti finiva in discarica. Solo il 21% dei rifiuti industriali veniva riciclato e il 33% finiva in discarica. Nel 2020 la raccolta differenziata dei rifiuti urbani è arrivata al 63% e lo smaltimento in discarica è sceso al 20%, mentre il riciclo dei rifiuti industriali ha superato il 70% e lo smaltimento in discarica è sceso al 6%. Questi alcuni dei dati del Rapporto Il Riciclo in Italia 2022, realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e presentato in occasione della Conferenza Nazionale dell’Industria del Riciclo ‘L’eccellenza del riciclo e le sfide future’, promossa dalla Fondazione in collaborazione con Conai, con Pianeta 2030 del Corriere della Sera, con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e di Ispra. Questo cambiamento nella gestione di rifiuti ha alimentato la crescita dell’industria italiana del riciclo diventata un comparto rilevante e strategico del sistema produttivo nazionale che conta 4.800 imprese, 236.365 occupati, genera un valore aggiunto di 10,5 miliardi (aumentato del 31% dal 2010 al 2020) e che produce ingenti quantità di materiali riciclati. Si tratta di 12milioni e 287mila tonnellate di metalli, in gran parte acciaio; di 5 milioni e 213mila tonnellate di carta e cartone; di 2 milioni 287mila tonnellate di pannelli di legno truciolare; di 2 milioni e 229mila tonnellate di vetro riciclato; un milione e 734mila tonnellate di compost e 972mila tonnellate di plastica riciclata. Nel complesso la produzione di materiale riciclato è aumentata del 13,3% tra il 2014 e il 2020. L’Italia, nel 2020 ha riciclato il 72% di tutti i rifiuti, urbani e speciali-industriali, un primato europeo, (il 53% la media Ue e il 55% quella della Germania), con un tasso di utilizzo di materiali riciclati sul totale dei materiali consumati al 21,6% (media Ue 12,8%, 13,4% in Germania). Anche per la gestione dei rifiuti d’imballaggio l’Italia è un’eccellenza europea del riciclo con più di 10,5 milioni di tonnellate avviate a riciclo, con un tasso pari al 73,3% nel 2021, superiore non solo al target europeo del 65% al 2025 ma, con 9 anni di anticipo, anche al target europeo del 70% al 2030. “Il settore del riciclo, pilastro fondamentale di un’economia circolare – ha detto Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – è strategico per non sprecare risorse preziose, per non riempire il Paese di discariche, per recuperare materiali utili all’economia e ridurre le emissioni di gas serra. Per questo in un momento di congiuntura economica negativa servono misure incisive per rafforzare la domanda di Mps, le materie prime seconde prodotte col riciclo ed interventi strutturali per affrontare il forte aumento dei costi dell’energia che per l’industria del riciclo costituiscono la quota maggiore dei costi di produzione”.

"Anci Sicilia, servono interventi su caro energia, rifiuti e investimenti"

Fonte: anci.it

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Il consiglio regionale di Anci Sicilia chiede al governo interventi per far fronte alle emergenze dei Comuni isolani. “Interventi finanziari e normativi che consentano ai Comuni dell’Isola di far fronte, anche in vista dei rischi legati all’applicazione della cosiddetta clausola di salvaguardia, all’aumento dei costi dell’energia e  agli extra costi  che quest’anno hanno inciso sulla gestione integrata dei rifiuti. E’ inoltre necessario velocizzare la spesa delle risorse nazionali ed europee per investimento senza la necessità del cofinanziamento comunale”. E’ quanto chiede in una nota il consiglio regionale di Anci Sicilia riunitosi il 16 dicembre a Palermo.

"Tre importanti SRR Siciliane (SRR Enna Provincia ATO 6, SRR ATO 7 Ragusa e SRR Palermo Provincia Est) hanno adeguato i propri ambiti territoriali alle nuove regole imposte dall’ARERA: ogni Carta della Qualità Rifiuti è stata approvata tramite soluzioni ad hoc in Digital Network."

Fonte: lentepubblica

"Comuni ricicloni. In Sicilia è Ragusa il miglior capoluogo"

Fonte: La Sicilia

22/12/2022

Fonte: La Sicilia web

"Rifiuti, in Sicilia solo 51 i Comuni munnizza-free e 231 quelli “ricicloni”

Fonte: La Sicilia (web)

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Fonte: Rainews TGR Sicilia

"Comuni Ricicloni', in Sicilia cresce la differenziata"

Fonte: Rainews TGR Sicilia

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La Sicilia – Ragusa del 25/06/2022 –  articolo su conferenza stampa situazione emergenziale rifiuti del 24/06/2022

Conferenza stampa del 24/06/2022 su situazione emergenziale rifiuti

“Video Mediterraneo”

“Video Regione”

8 aprile 2022: Comuni “ricicloni” premiati dalla Regione Sicilia: 8 su 12 in Provincia di Ragusa

10.07.2019 – “Raccolta Differenziata: I nuovi dati fotografano la realtà attuale”

26.06.2019 – “Raccolta Differenziata: Ecco le percentuali Città per Città” 

3.06.2019 –  NEI PROSSIMI MESI 5 NUOVI CENTRI COMUNALI DI RACCOLTA NELL’AMBITO TERRITORIALE OTTIMALE DELLA SRR ATO 7 RAGUSA

3.08.2018 – CONFERENZA STAMPA SRR RAGUSA SUI DECRETI DI FINANZIAMENTO DEI CENTRI COMUNALI DI RACCOLTA DI CHIARAMONTE GULFI, GIARRATANA, MONTEROSSO ALMO, SANTA CROCE CAMERINA E SCICLI